È bene sottolineare subito che ad oggi non esistono terapie alternative alla dieta senza glutine. La celiachia nasce dall’unione del fattore genetico (i nostri geni) con quello ambientale, ossia il glutine. Nonostante i passi da gigante che sta compiendo la ricerca genetica, è evidente che per quanto riguarda la celiachia si sta lavorando sul fattore ambientale, ossia su come far sì che il glutine non sia recepito dal nostro corpo come un agente tossico.
Il professor Alessio Fasano è un ricercatore in primissima linea in ambito ricerca sulla celiachia. Nei due video che seguono ci parlerà delle direzioni che oggi sta prendendo la ricerca sulla celiachia. Dai grani de-tossificati alle terapie enzimatiche passando per lo sviluppo del vaccino, ci illustrerà lo stato dell’arte della ricerca scientifica. In questi filmati esclusivi riusciamo a comprendere come siano diversi i fronti di ricerca e di sperimentazione: con un linguaggio semplice e con l’allegria che sempre lo contraddistingue, il dottor Fasano nel primo video ci parla di due aree che potrebbero portare a risultati concreti: lo sviluppo di grani non tossici ed il vaccino anti-celiachia. Più in basso, nel paragrafo dedicato alla pillola anti celiachia, troverai il filmato interamente dedicato agli sviluppi della pillola.
Celiachia: la pillola e la ricerca (prima parte)
Grano OGM
Anziché sull’uomo quindi, sperimentazioni genetiche si stanno compiendo sui cereali contenenti glutine: modificare geneticamente il grano in modo da non rendere tossiche le sequenze di DNA che causano la risposta negativa dell’intestino. Anche se al vaglio della ricerca, questa soluzione appare molto complicata in quanto non si conoscono esattamente tutte le sequenze di DNA del grano potenzialmente tossiche.
Le terapie enzimatiche
Altra strada da intraprendere potrebbe essere aiutare il nostro organismo nell’assimilazione del glutine: degradare la gliadina (la parte tossica del glutine) grazie ad una serie di enzimi che quindi ne permetterebbero la digestione. Questi enzimi si chiamano PEP (prolil-endopeptidasi) ed alcune varianti hanno già dato buoni risultati nello smantellamento e semplificazione delle molecole che formano il glutine, addirittura in fase di lievitazione degli alimenti. Vedremo col tempo se un giorno ci basterà ingerire una pillola per poter mangiare qualsiasi cibo.
La cosiddetta pillola anti-celiachia
La zonulina è una proteina capace di modificare la permeabilità delle pareti dell’intestino. Le molecole di glutine è come se fossero troppo grosse per “passare” ed essere quindi assimilate. Ecco quindi che “allargare” in qualche modo le maglie cellulari che formano l’intestino potrebbe permettere una digestione del glutine.
Il professor Alessio Fasano (docente di Pediatria, Medicina e Psicologia, direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia e del Mucosal Biology Research Center dell’università del Maryland) è un ricercatore di livello internazionale ed un vero punto di riferimento nel settore degli studi attorno al mondo della celiachia; come anticipato, in questo filmato ci spiega cos’è in realtà la pillola anti celiachia, a che punto sono le sperimentazioni e che sviluppi futuri ci potrebbero essere in questi ambiti. Da persona straordinaria e simpatica quale è, usa un linguaggio semplice e diretto, proprio come piace a noi. Visto che un filmato vale più di mille parole, buona visione:
Celiachia: la pillola e la ricerca (seconda parte)
Come ripetuto da Fasano, i tempi per la sperimentazione della pillola anti-zonulina sono ancora molto lunghi e le prospettive incerte. L’impegno e la competenza di persone come lui ci fanno però sperare positivamente in una soluzione alla celiachia.
Altre terapie
Sono molte le strade che si stanno intraprendendo per trovare terapie alternative alla dieta senza glutine. Oltre a quelle già citate, diversi studi si concentrano utilizzando approcci diversi:
Modificando le glutammine (aminoacidi) presenti nella gliadina, la parte tossica del glutine
Inibendo la risposta dei linfociti T, responsabili dell’infiammazione a livello intestinale
Utilizzando anticorpi anti citochine, molecole prodotte dal sistema immunitario che entrano nei meccanismi infiammatori dei linfociti T
Tutti questi approcci non sostituiscono ad oggi l’unica terapia disponibile ed efficace: la dieta di esclusione del glutine, seguita in modo rigoroso. In molti si chiedono se, almeno una volta ogni tanto, è lecito concedersi uno strappo alla regola, ossia mangiare almeno per una sera, una pizza, un cornetto od un qualsiasi altro cibo contenente glutine. La risposta purtroppo è un NO deciso, perché ne va della salute. Anche se il nostro corpo può non avere alcuna reazione immediata (come spesso accade) questo non significa che al livello intestinale non si stiano riattivando il danno e le lesioni.
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